sabato, novembre 26, 2011

Domani si fa il pane.


Pane autoprodotto con la nostra Pasta Madre. Impastato con amore, lievitato 12 ore.
Dentro ci sono semini di canapa e di papavero!

Il sabato sera, quasi sempre, a Casa Edera si rinfresca la Pasta Madre. La mia pasta madre è ancora giovane: me l'ha passata mia nonna due mesi fa, ma anche la sua era stata fatta da poco tempo. E' giovane, ma è già stata rinfrescata e utilizzate molte volte! Cerchiamo di fare il pane ogni settimana, perchè viene buonissimo, perchè è così bello impastare la pasta del pane, e per la soddisfazione di dire che...l'abbiamo fatto noi!

Io il pane lo faccio a occhio, come dice sempre mia nonna. Non peso la farina, non misuro l'acqua, non calcolo quanto lievito prendere dalla forma lievitata per riusarlo la volta successiva. 

Ne prendo un pezzo grande come un mio pugno.
Poi, il sabato sera, aggiungo acqua tiepida e un pò di farina, formando una pappettina abbastanza liquida.
Copro la ciotola di ceramica con un telo umido, e la lascio riposare accanto alla stufa a legna tutta la notte.

La mattina dopo, aggiungo farina e acqua, circa 800 grammi di farina...ma dipende, come vi ho detto faccio tutto molto approssimativo :)

Poi impasto, infondo gioia e amore nel pane. Chiamo anche il Re delle Fate (Lui), così impastiamo insieme...
Poi disegniamo con un coltello una croce sul pane. 
Serve per farlo lievitare meglio, e perchè è tradizione farlo così nella mia famiglia.
Poi mettiamo il pane a lievitare, sempre accanto alla stufa. Con la copertina rosa di quando ero piccina, me la mettevano nella culla.

Dopo circa tre ore, quando il pane già è lievitato, se abbiamo tempo si prende il pane e si impasta di nuovo.
E si mette di nuovo a lievitare, stavolta anche per sei-sette ore.

A questo punto, si accende il forno a 220 gradi e si inforna il pane.
Per la prima mezz'ora non si apre mai il forno!
Dopo un quarto d'ora abbasso la temperatura a 180 gradi, e cuocio in totale 45 minuti.

Poi si sforna, e anche se è bollente si assaggia.
Il profumo del pane appena sfornato, il calduccino del cantuccio tenuto tra le mani, la soddisfazione di averlo fatto da soli, ripaga del tempo impiegato.

E se ci si organizza bene, non è nemmeno un impegno così gravoso!




6 commenti:

  1. Il cantuccio...buono! :) Da me ce lo litighiamo sempre. Che bel racconto,ma com'è bello fare il pane?! Mi manca la stufa, sennò con l'olio nuovo si fa una bruschetta doc!

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  2. Fare il pane e' magia pura, non potrei mai rinunciare <3 In un vecchio racconto ho letto che e' tradizione far lievitare il pane tenendo vicino all'impasto appena fatto la ciotola con la pasta madre...un lavoro di legame e "crescita" indipendente, ma con dolcezza e senza violenti distacchi e "strappi".
    Baci Sorella mia <3

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  3. L'aria che respiro nel tuo blog è una vera magia...spero che tu lo possa aggiornare spesso per darmi spiragli di luce ogni giorno!

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  4. Nemmeno io resisto ed ogni volta assaggio il pane ancora bollente. Ho comprato proprio l'altro giorno i semini di papavero, volevo provare a fare quei panini piccoli rotondi coi semini in superficie. *__*

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  5. @FinniBlu: che bello! La prossima volta lo farò anche io. Baci a te Sorella <3

    @Marta: che buoni quei panini lì, se li fai metti su le foto :)

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  6. ho appena fatto anch'io il pane!!!!e' veramente uno spettacolo!!

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