lunedì, gennaio 30, 2012

Spazio per Creare


Camminare nei boschi è fonte di ispirazione, dicevo; allo stesso tempo il Bosco regala i suoi doni a chi sa vederli. L'altra mattina ho raccolto queste foglie di Edera, e ne ho preso anche un tralcio di cui sto provando a fare talea: non comprate le piantine di Edera ma fatene talee dalle siepi e dalle altre piante che incontrate. L'Edera attacca facilmente!

Ho incerato queste foglie, per mantenere intatto il colore e perchè il tempo non le danneggi: le ho poi mescolate con rametti, bacche, frutti di Cipresso e piccole pigne. Ne è venuta fuori una candela magica, dedicata ad Imbolc, Candelora. E anche l'idea di una collezione completa di candele dedicate all'inverno, realizzate con i doni del bosco.



Oggi pomeriggio andrò a raccogliere piccole pigne,  per realizzarne altre. Tutte diverse l'una dall'altra!


Quassù aspettiamo la neve. Dicono che debba nevicare, anche se il cielo è terso e senza nuvole. Ma la neve è così, sempre inaspettata. Ti svegli una mattina, e il mondo è diventato di soffice cotone bianco. Tutto è silenzio, e intorno a casa ci sono le piccole orme del pettirosso, e le impronte dei cervi e dei cinghiali.

Oggi, lunedì,  è il giorno in cui mi organizzo le autoproduzioni per la settimana.

Questa settimana devo fare:


bagnoschiuma
shampoo
rifare il pane (lo abbiamo fatto sabato ed è venuto buonissimo, è già quasi finito!)
rimettere in moto la vegan star e fare il latte di soia, come insegna la cara Erba Viola

Se anche voi questa settimana volete spignattare, e cercate una ricettina, vi lascio la ricetta della mia

Crema Corpo ChocoOrange




40 gr di burro di karitè
25 gr di olio di mandorle dolci
1 cucchiaino di cacao in polvere
20 gocce di olio essenziale di arancia dolce

Mescolate in una terrina l'olio di mandorle con il burro di karitè, schiacciando bene l'impasto ai bordi in modo da amalgamarlo tutto. Poi aggiungete il cacao e infine l'olio essenziale.
Trasferite il tutto in un barattolo pulito e conservate al fresco.
Questa crema non contiene acqua, e quindi si conserva tranquillamente per circa un anno.

Grazie al contenuto di burro di karitè, è indicata come idratante, per pelli secche e per massaggi confortanti.

Buon lavoro!



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martedì, gennaio 24, 2012

La strada a piedi è quella più breve


La strada dietro casa mia, per arrivare al negozio di alimentari del paese.

Nel mio piccolo paesino ci sono due strade per arrivare all'unico alimentari. Una, quella ufficiale, è una stradina asfaltata, che si snoda sinuosa per il piccolo poggio. L'altra, molto più breve, passa attraverso al bosco. Per il bosco si fa prima, però si deve andare a piedi. Spesso anche chi abita qui, anche noi, prendiamo la macchina.Perchè non c'è tempo, perchè siamo abituati a compiere i nostri spostamenti in auto.

Qualche pomeriggio fa, invece,sono andata a piedi a comprare il pane all'alimentari. Via bosco. In questi pomeriggi di Gennaio, che tutto sembra dormiente, in attesa, camminando nel bosco si percepisce la vita, che sta per sbocciare di nuovo. Piccole foglioline verdi sul mio cammino. Pigne bellissime, le vorrei raccogliere tutte per le mie creazioni. Foglie che scricchiolano sotto ai piedi, rumori lontani di movimenti selvatici.

Sono arrivata davanti all'alimentari, passando attraverso il paese, percorrendo poi un piccolo tratto di strada asfaltata. Ho comprato ilpane, fatto due chiacchiere con la padrona del negozio.E poi, come quando ero piccina e venivo qui in vacanza, con il sacchetto del pane sotto braccio sono tornata a casa, passando attraverso il bosco, di nuovo, sentendomi a casa.

La stessa cosa si può fare in città: magari non attraversando boschi, ma percorrendo le stradine del centro, oppure i quartieri che siamo abituati a vedere solo dal finestrino della nostra auto. Forse ci vorrà più tempo, ma psiche e soma ne saranno lieti!

E poi, per cogliere ispirazioni nuove e creative, trovo che la passeggiata sia davvero fondamentale. Almeno a me accade così.La mente vaga, raccoglie immagini, profumi, colori, e poi combina tutto in una nuova idea.

Io ringrazio il bosco accanto a casa, perchè mi ha dato un'idea per delle nuove candele: voglio realizzare candele racchiuse in rami di legno intrecciati, pigne, fiori, corteccia e semi, a seconda della stagione in cui ci troviamo. Presto metterò le foto :)

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mercoledì, gennaio 18, 2012

Artigianalmente

Il mio sapone alla Lavanda appena sformato, pronto tra un mesetto.


Viviamo in tempi strani. In tempi in cui grandissime navi parco giochi, ideate solo per dare l'illusione di lusso a chi partecipa ai viaggi organizzati, con pochi euro e paccottiglia spacciata per oro, si rovesciano, mettendo a nudo la fragile umanità di questo periodo storico.In tempi in cui la società deve ripensare la filosofia della crescita continua, del PIL che tende ad infinito, del produci consuma crepa. La politica non si fa più, secondo me, in Parlamento, nelle sedi elettorali, nei programmi dei nuovi amministratori. Politica è scegliere di decrescere, è scegliere la sobrietà e il lusso vero, reale, esclusivo. Decidere cosa mangiare, dove fare la spesa. Finirla con questa storia dell'uomo carnivoro, dei derivati animali, degli allevamenti intensivi, del cibarsi di plastica. Imparare ad autoprodurre, riappropriarsi della capcità di fare: prima gli uomini sapevano fare tutto. Mio nonno, tua nonna, i nostri avi erano falegnami, fabbri, sapevano cucinare, fare il pane, l'aceto, coltivare la verdura, insomma, bastavano a loro stessi, in un'economia di sussisitenza.

E non dico che bisogna tornare al medioevo.

Noi abbiamo internet, abbiamo la tecnologia, abbiamo scoperto cure e procedure mediche che salvano la vita a molti: e ancora di strada dobbiamo farne. 

Con la chiusura del negozio, finalmente sono libera dai vincoli che mi tenevano ancora dentro un sistema sbagliato. Posso dedicarmi all'artigianato, al saper fare, all'insegnamento di ciò che conosco, perchè possiamo essere sempre di più, a fare e ad insegnare. Eppure, nonostante la Costituzione Italiana dica che il lavoro manuale, artistico e artigianale vada preservato ed aiutato, grazie alle nuovi leggi l'artigianato manuale viene equiparato alla piccola azienda, con tutto quello che ne consegue.

"L’artigianato è stato considerato con particolare attenzione dalla stessa Costituzione Italiana (1948) Art. 45 comma 2. “La Legge provvede alla tutela e allo sviluppo dell’artigianato” e ancora all’Art.117 che attribuisce podestà normativa alle regioni a statuto ordinario, pur nei limiti dei principi fondamentali stabiliti dalle leggi dello Stato.
E’ determinante capire che i Costituenti emanarono l’Art. 45 riferendosi alla figura dell'artigiano manuale, figura allora ben visibile e rispettata dalla comunità.
Il Parlamento ignorando il dettato costituzionale emanò la legge 25 luglio 1956 n. 860, norme per la disciplina giuridica delle imprese artigiane, che ha cancellato tutta l’evoluzione, le analisi e le tutele che erano alla base della legislazione prima esistente."

" La definizione data dalla legge 860 sostituiva quella del Codice Civile e delineava un modello di artigiano non conciliabile con il Codice Civile, né con la sua figura e la sua storia. La nuova legge infatti ha definito l’artigianato come impresa, ignorando il sistema seguito da molte legislazioni straniere e precedentemente accolto anche in Italia, per il quale è compilato un elenco di mestieri artigiani e fissati dei limiti (al numero dei dipendenti o all’uso delle macchine) oltre i quali l’artigiano, pur appartenendo a quei mestieri, ne perde le caratteristiche e diventa impresa."

E ancora:
"La legge quadro n. 443/1985 ha imposto definitivamente l’iscrizione all’albo delle imprese artigiane a tutte le figure d’artigiano: tutto ciò ha portato alla definitiva scomparsa delle botteghe e dei mestieri tradizionali e artistici. Oggi, anno 2002, queste arti e mestieri sono il perno delle attività per il recupero di tossicodipendenti, diversamente abili, ecc. perché più vicine all’uomo, e poi ci si ritrova nella società nell’impossibilità di praticarle! Imporre ope legis l'impresa come unica forma per l’artigianato significa determinare le cause culturali, legislative, fiscali della sua estinzione!"

E' proprio così. Io non voglio snaturare quello che faccio: non voglio mettere su una piccola impresa, non voglio avere un mega laboratorio sterilizzato e meccanizzato: voglio continuare a fare il sapone e le candele come sto facendo, e voglio essere retribuita per il mio lavoro. Voglio portare nella società piccoli semini che germoglieranno, riportando l'uomo più vicino alla Natura. Voglio insegnare ad autoprodurre. E voglio anche essere in regola, pagare le tasse e contribuire al benessere di tutti!
Per adesso sono tutelata dal decreto Bersani sulle Opere del Proprio Ingegno, che ho studiato benissimo e sul quale potrei tenere corsi all'università ;) Ma c'è bisogno di un riconoscimento maggiore per chi, come me, fa della sue arte e del suo Mestiere il suo lavoro. Come è pienamente spiegato qui.

Credo che se vogliamo cambiare le cose, non possiamo aspettare che sia qualcun altro che le cambia per noi. C'è bisogno di aria nuova, di purezza, di ritorno alla semplicità. 

Armesma è un'Associazione che si batte per il riconoscimento dei diritti di noi piccoli artigiani: presto spero di poter incontrare qualche rappresentante dell'Associazione, e di iniziare a portare il mio contributo.
 

venerdì, gennaio 13, 2012

Insegnamenti


Questa bellissima Luna Piena, fotografata dal re delle Fate, è la luna piena dei Gennaio, che ha rischiarato i nostri passi l'altra sera, di nuovo alla ricerca di luoghi sacri a Piteglio. Luna Piena in Cancro, Luna del Lupo, luna dedicata alle acque, emotive e non.
Infatti il nostro girovagare ci ha portati al lavatoio antico di Piteglio, posto proprio su di un crocicchio di stradine, in una via che si chiama Via delle Fati. Accanto al lavatoio c'è una piccola Madonnina, chiamata Madonna delle Fati. Il corso d'acqua, che scorre lungo questa viuzza, si chiama Fosso delle Fate, e si dice che la sua acqua avesse proprietà benefiche. Anche se i vecchi del paese raccomandano di non bere l'acqua delle fontane di notte, altrimenti le fate ti portano via! Si crede che i mulinelli che ci sono nell'acqua siano in realtà folletti, che ti attirano dentro l'acqua per i capelli e poi ti lanciano su in cielo.

Abbiamo cercato la strada per arrivare alla Pieve vecchia, una chiesa antica nel paese, dove si intrecciano tradizioni pagane e popolari...solo che non l'abbiamo trovata. Abbiamo però camminato nel paese alla luce della Luna piena, benedetti dall'acqua fatata, incontrando solo gatti.



Questo era vicino al crocicchio, e ci scrutava con aria enigmatica, amichevole, lunare. Gentile SOGNor gatto al chiaro di luna. Anche se sono convinta che fosse una gatta :)


E così è poi passata la mia prima settimana post-negozio. Credevo che mi sarei annoiata, invece non mi sono fermata un attimo!

Il più grande insegnamento mi è stato dato da Tiffany. Tiffany è la nostra stufa. Ha questo nome un pò retrò-snob, ma anche senza troppe pretese. Come è lei, del resto. Perchè la stufa a legna diventa un'entità vivente, che se è spenta è come se qualcuno mancasse in casa, che se non scalda capisci che è arrabbiata, che se fa fumo vuole comunicarti qualcosa.

A volte insegna più una stufa che un librone di mille pagine. A me ha insegnato due grandi verità: la prima, che ripete sempre mia nonna, è che chi non fa, non falla. Chi non prova a fare le cose, non sbaglia, è vero: ma sbagliando si impara, e mi fermo qui per evitare una pioggia di frasi fatte.

Il fatto è che Tiffany l'altra sera ha iniziato a fare fumo. Prima poco, poi sempre di più. Stavamo dormendo, ma l'odore del fumo ci ha svegliati (e ci sarebbe stato anche il rilevatore di monossido, che direi essenziale in ogni casa che abbia la stufa a legna). Apri tutte le finestre, le porte, fai uscire ilfumo. E la stufa non riparte. Riproviamo ad accenderla al mattino, ma fa di nuovo fumo. Quindi, dopo che il Re delle Fate va a lavoro, rimaniamo solo io e la stufa.
Io e Tiffany.
Nonostante la sua aria liberty e riservata, la smonto.
Proprio così.
Sfilo i tubi, li porto fuori, li pulisco ben bene.

Mai avevo fatto una cosa del genere prima, manco pensavo che mi sarebbe riuscita. Ma: l'ho fatta. Senza neanche le istruzioni :)

Nonostante la pulizia, Tiffany sbuffa ancora. Mi metto quasi a piangere. Chiamo il Re delle Fate, che smobilita tutta la possibile assistenza tecnica, e dopo telefonate, appuntamenti presi e rinviati, etcetera, scopriamo che Tiffany vuole essere pulita nel suo girofumi.

Giro-che?

Ebbene si: scopriamo che Tiffany ha una specie di cassettino segreto, o delle meraviglie, dove si annidano chili e chili di cenere che nessuno aveva mai pulito prima.

Svitiamo il tappo (invisibile fino a prima) che si trova dietro la stufa, puliamo il girofumi, io vado anche a comprare dei nuovi tubi per sostituirli ai vecchi che si, erano ancora abbastanza provati dal creosoto.

Accendo la stufa. E Tiffany mi ringrazia con una fiamma perfetta, lineare, luminosa, verso l'alto, verso il Cielo.

Oltre alla fiamma, e alla casa di nuovo calduccina e senza fumo, Tiffany ci ha insegnato che siamo in grado di fare molto di più di quello che pensiamo di saper fare.

E poi, altro grande insegnamento che ogni giorni apprezzo sempre di più, è che ingegnarsi per far le cose da sè regala davvero un'immensa gratificazione.

Come il detergente pulitutto al bicarbonato della fantastica Veggie, che ho realizzato e con il quale lavo tutto, dalle superfici della cucina, ai lavandini del bagno, ai piatti. Davvero fantastico! Ecco qua il mio:




In questo momento, ho finito di versare la cera per nuove candele, fuori soffia il vento e Tiffany borbotta. Borbotta, ma so che è felice. Il suo vetro è trasparente, ho pulito anche quello, così riesco a vedere il suo cuore. :)

giovedì, gennaio 05, 2012

Ravioli e nuovi inizi

Nei giorni di Natale-Yule io ed il Re delle Fate abbiamo fatto i ravioli! Ma proprio fatti, a partire dalla sfoglia. Io non avevo mai tirato la sfoglia, ma sono venuti buonissimi...
ovviamente vegan, ed il sapore era uguale a quello che mi ricordavo avessero i ravioli non-vegan, anzi, molto molto più buoni.

Ravioli fatti in casa
(free animals!)


Ingredienti:
per la sfoglia:
acqua
farina (noi siamo andati un pò a occhio, ma direi 250 gr)
un cucchiaio di olio di oliva

per il sughetto:

carota
sedano
cipolla
conserva di pomodoro
seitan 
mezzo bicchere di vino rosso
sale q.b.
olio evo

per il ripieno:
patate lesse o cotte al vapore
besciamella vegan fatta con l'acquetta di ammollo dei funghi porcini secchi


Per prima cosa mettete a fare il sughetto. Fate un trito fine fine degli odori, e tritate anche il seitan. Se avete un piccolo robot da cucina meglio, verrà sminuzzato perfettamente. Mettete in una pentola l'olio evo, fate andare dieci minuti gli odori, poi quando sono ben soffritti aggiungete il seitan. Lasciate andare un pochino anche lui, poi aggiungete mezzo bicchiere di vino rosso, lasciate sfumare, aggiungete la conserva di pomodoro (io ho usato quella fatta con i pomodori del mio orto!) e fate cuocere una mezz'oretta.

Mentre il vostro sugo cuoce, e sentite che profumino che fa, preparate la sfoglia.
Impastate acqua e farina, aggiungendo anche un cuchciaio di olio evo, fino ad ottenere un composto morbido ed elastico.

A questo punto, se come me avete la fortuna di fare i ravioli con il vostro Amore, dotatevi di due mattarelli. Con il sole d'inverno che entra dalle finestre, e la sensazione che il vostro posto non è altro che lì, accanto a quell'uomo che crea i ravioli con la perfezione che solo chi è della Vergine può avere, tirate la sfoglia.

Intanto avrete preparato anche il ripieno, che consiste nel mescolare la besciamella vegan (se avete acqua di ammollo di funghi porcini usate quella, poi i funghi li iuserete per una pasta veloce la sera stessa, magari) con le patate schiacciate, aggiustando di sale e pepe.

Con un cucchiaino, mettete un pochino di ripieno sulla sfoglia,a  distanza regolare. Poi coprite con un'altra sfoglia, e tagliate i ravioli. Chiudete i lati con i rebbi della forchetta, per l'effetto ravioli della nonna :)

Cuoceteli in acqua bollente qualche minuto, e poi conditeli con il vostro bel sughetto.


Magari il procedimento è un pò lunghetto, ma ne vale la pena!

Io intanto inizio Gennaio rimettendo a posto il mio laboratorio: ho portato qui barattoli di erbe, con le quali farò nuovi saponi, nastri e nastrini, e fili colorati per inventare candele mescolate con tessuti e fiber art. Ho le mani che fremono, mille idee in testa.

Sto anche disegnando con il pennarello nero un muro della casa. Ecco qua qualche scorcio...



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