domenica, gennaio 05, 2014

Pomeriggio di Pioggia


Quando la pioggia ci coglie sul finire delle vacanze natalizie, tra una lucina di Natale che ormai è da riporre per il prossimo anno, e un nuovo calendario da appendere al muro della cucina, lì vicino all'Edera, potremmo essere travolti danna noia e dal malumore.

Noi ieri abbiamo deciso di sfidare il maltempo, e abbiamo anche rinunciato ad un pomeriggio nella mia cara Bologna: la nebbia ed il maltempo ci hanno fatto desistere. Abbiamo deciso di fare un giretto per Pistoia, la nostra città, senza aspettative nè programmi.

A volte le cose non programmate ti stupiscono; così ti trovi in biblioteca, di sabato pomeriggio, a sfogliare libri e riviste, e ti imbatti in una mostra di un'artista pistoiese, Cristina Palandri. Siamo usciti da lì con tre film, tra cui quello di Jane Campion dedicato a Keats, che voglio vedere da un pò di tempo, e due libri molto utili. Uno è il libro sulla composizione dei profumi e delle essenze delle autrici de "Il mio Sapone", un libro che mi servirà moltissimo. L'altro è un piccolo libricino, "Trattato di Culinaria per donne tristi", di Hector Abad Faciolince. Mi ha subito catturata, e sono sicura che sarà una gradevole lettura.

Uscendo da lì, ci siamo imbattuti nella mostra di Chiavacci, a Palazzo Fabroni, con la conseguente collezione permanente. Non l'avevo mai vista: ci sono opere interessanti, specie quelle di Chiari e Melani. Ho scoperto poi che a Pistoia esiste la sua casa-studio, la nostra prossima visita sarà sicuramente lì.

visione subliminale da Palazzo Fabroni della Chiesa di Sant'Andrea

Oggi è tornato un timido solicino: ne ho approfittato per uscire, e fare qualche foto.
Mi perdo nelle forme, nei colori della natura che mi circonda. Ogni cosa è un'installazione visiva, le sfumature mi rapiscono, mi specchio nella rugiada che riveste le bacche appena sveglie, baciate dai raggi del sole invernale.






Credo che la pioggia, come la noia, possa essere uno stimolo per farci trovare nuove strade e nuove risorse.

Nei pomeriggi di pioggia fitta e incessante, se l'amato è lontano e il peso invisibile dalla sua assenza ti angoscia, taglierai dal tuo giardino ventotto foglie nuove di cedronella e le metterai sul fuoco, con u litro di acqua, in infusione. Appena bolle l'acqua lascia che il vapore bagni i polpastrelli delle tua dita e mescolale tre volte con un cucchiaio di legno. Toglila dal fuoco e lasciala riposare per due minuti. Non mettere zucchero, bevila a sorso, di spalle al pomeriggio, in una tazza bianca. Se a metà del litro non noti un certo sollievo dietro lo sterno, scaldala di nuovo e aggiungi due cucchiai di zucchero di canna. Se alla fine del pomeriggio l'angoscia persiste, puoi stare sicura che lui non tornerà. O tornerà un altro pomeriggio e molto cambiato.
(Trattato di culinaria per donne tristi, H.A.Faciolince)


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3 commenti:

  1. Il passo che hai citato mi piace un sacco :D Bellissime anche le foto che hai fatto, anch'io ho avuto un pomeriggio molto meditativo...sono metereopatica e l'umore è grigio, i pochi sorrisi li ho rubati al giardino zuppo di pioggia e profumatissimo, pieno di suoni d'acqua scrosciante.
    Buuu, ma io in biblioteca ci son sempre e non ti vedo mai ;( Mi sa che il film su Keats lo presi anch'io ma non mi convinse e non lo finii, fammi sapere com'era.
    un grande bacio

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    1. Condivido l'impressione a proposito del film su Keats, finito di vedere con tanta fatica. Sarebbe bello sapere cosa ne pensi anche tu Cecilia!

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  2. Le cose non programmate a volte sono le migliori perchè non abbiamop aspettative, viviamo qui e ora. Questo l'ho sperimentato innumerevoli volte.
    Un abbraccio
    Francesca

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