venerdì, aprile 01, 2016

Guardo le cose da vicino



Sono molto miope, chi mi conosce bene lo sa. Se incontro qualcuno per la strada, raramente lo saluto, meritandomi così l'attributo di  snob. E invece, ehi ragazzi, io non vi vedo! A meno che non vi sbracciate, facendo segni ampi e ben riconoscibili: in quel caso vi saluto. Ma può anche capitare che, una volta vicini, io non vi riconosca. Non sono affatto fisionomista: una cosa davvero imbarazzante. Più di una volta ho sbagliato nome, faccia, ricordo.
Ho sempre dato la colpa di tutto questo alla mia attitudine da miope: noi vediamo bene le cose da vicino.
Un miope da lontano vede solo nebbia: se poi sei miope come lo sono io, vedi nebbia fino a 10 centimetri da te(sempre sia lodato l'inventore delle lenti a contatto!).




Forse è per questo motivo che le piante mi piacciono così tanto: per riconoscerle devi avvicinarti. Devi chinarti, accarezzarle, annusarle. A volte assaggiarle, per capire bene il loro messaggio. Le piante richiedono una particolare dedizione.

L'etimologia della parola stessa, dedizione, viene da dedo che significa anche arrendersi (senza colpo ferire). Se osservi una cosa da vicino, e nel mio caso una pianta, ad un certo punto devi arrenderti.

Arrenderti alla bellezza di ciò che vedi, alla forma, al profumo.



Prova ad osservare una pianta senza nessun giudizio: osservala e rimani fedele alla sua forma, al suo colore. 

Come sono le foglie? Morbide, venate, a punta o a cuore? E il fiore? Piccolo e bianco, lunare, oppure giallo o arancio come il sole? E il profumo? E' una pianta comunicativa, vuole dirti qualcosa? Oppure preferisce starsene in silenzio, ad osservare?

Prova ad uscire di casa con un taccuino, e vai in un parco, in campagna, oppure a fare una passeggiata in un bosco. Se vedi una pianta che ti colpisce, avvicinati a lei, e osservala bene. Da vicino.  Prova a conoscere la tua piantina attraverso il tatto, la vista, l'odorato. Magari disegnala sul tuo quaderno: così la osserverai ancora meglio, e vedrai tutti i suoi dettagli. Ritroverai in lei la forma fedele della sua anima.

Per mettersi in comunicazione con una pianta, dobbiamo abbattere le nostre difese: entrare in contatto con un altro essere vivente, di una specie diversa, implica lasciare da parte la parola-il nostro primo veicolo di comunicazione-e anche i gesti, le espressioni del viso. Dobbiamo metterci su di un livello diverso, che a me piace chiamare di dedizione.

Arrendersi, senza colpo ferire. Accogliere, osservare, imparare.
Dentro ad un fiore c'è un mondo intero!





E tu, a cosa vuoi dedicarti nei prossimi giorni? Scrivimelo nei commenti!

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1 commento:

  1. vorrei insegnare alla mia piccola Luna che in città vivono tanti fiori "resistenti" che spuntano fuori tra il marciapiede e una casa!
    grazie
    come sempre sei preziosa..

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